Aspert ODV e Lymph Foundation hanno preso parte alla presentazione del Progetto “oggi per domani” presso il teatro della Cittadella dei Giovani ad Aosta. Il progetto, promosso dal gruppo di lavoro costituito da Co.Di.Vda – Coordinamento Disabilità Valle d’Aosta, insieme ai partner Associazione Diabetici Valle d’Aosta, Fondazione Comunitaria della Valle d’Aosta, Consorzio Trait d’Union ed Euricse di Trento, è orientato alla definizione di priorità ed azioni da intraprendere sul territorio valdostano con l’obiettivo di promuovere il futuro delle persone con disabilità in prospettiva di indipendenza dalle famiglie di origine.

La domanda “che cosa ne sarà dopo di noi?” è una costante nella vita dei genitori di persone con disabilità – ricorda Emanuela Yoccoz – e resta una preoccupazione preventiva che accompagna la vita delle nostre famiglie.
L’incremento dell’aspettativa di vita delle persone con disabilità ribadisce la fondamentale importanza del progettare, promuovere e sostenere tutte le iniziative del cosiddetto “dopo di noi” e del lavorare per una società inclusiva ed accogliente. Solo tali garanzie possono restituire la necessaria serenità anche del “durante noi”.
I relatori, moderati da Luigino Vallet, Presidente Onorario della Fondazione Comunitaria della Valle d’Aosta, hanno ripercorso il lungo cammino compiuto dalle diverse associazioni presenti sul territorio a favore delle persone con disabilità, insieme agli sviluppi legislativi nazionali e regionali a partire dalla ricezione della convenzione ONU ormai da una dozzina d’anni, fino ai tanti progetti realizzati per la promozione della vita indipendente.
Un grande lavoro di analisi della domanda è il primo step in funzione dello sviluppo di proposte – ha ricordato Roberto Grasso, presidente del Co.Di.VdA che raduna 13 associazioni del settore – in ordine alla promozione di un welfare complementare a quello offerto dalla Pubblica Amministrazione.
A fronte delle tante iniziative emerge una serie di criticità: la mancanza di un censimento della disabilità, della distribuzione territoriale e soprattutto la natura di progetto delle iniziative stesse, cui segui il carattere solamente temporaneo delle medesime.

L’incremento dell’aspettativa di vita delle persone con disabilità ribadisce la fondamentale importanza del progettare, promuovere e sostenere tutte le iniziative del cosiddetto “dopo di noi” e del lavorare per una società inclusiva ed accogliente. Solo tali garanzie possono restituire la necessaria serenità anche del “durante noi”.

Sara Marconi, ricercatrice, lavora per elaborare un quadro conoscitivo della disabilità in Valle d’Aosta e riassume gli obiettivi delle fasi preliminari del progetto:
Serve una conoscenza accessibile a tutti gli attori che fanno parte dell’ecosistema che si occupa di disabilità in un’ottica di rete, per permettere un agire finalizzato e pensato per fornire una filiera di servizi ed attuare sinergie complementari a quelle in atto, interconnettendole tra loro.
Riccardo Bodini direttore di EURICSE in collegamento remoto ribadisce la necessità di azioni ragionate in termini di ecosistema territoriale e di filiera, non limitandosi alle attività delle diverse associazioni ed istituzioni.
Occorre – continua Bodini – partire da un primo allineamento orientato ad un percorso di condivisione e collaborazione tramite la definizione di standard minimi di processo. Successivamente si punti sul coinvolgimento di organizzazioni disponibili alla sinergia auspicata, fino all’ultimo step più operativo: la definizione comune di “progetto di vita” per il dopo di noi che contempli le dimensioni relazionali, di aspirazione, non solo prestazionali, le prestazioni assistenziali, le condizioni abitative…
Quattro azioni diventano, così, necessarie secondo il direttore dell’Istituto europeo di ricerca sulle imprese cooperative e sociali: presa in carico e patto con la famiglia, avvio percorso abitativo (scuola dell’abitare), gestione e monitoraggio delle sperimentazioni abitative ed infine considerazione degli aspetti di rendicontazione. L’attivazione di strumenti per la gestione delle risorse quali ad esempio le fondazioni di partecipazione, completeranno il percorso necessario per onorare le attese condivise.
Laura Raspino, presidente di Trait d’Union, auspica la collaborazione e la convergenza di tutti gli operatori dall’associazionismo alla cooperazione sociale, passando dall’amministrazione regionale nella triplice veste di ente finanziatore, erogatore di servizi e garante dei medesimi.
Occorre verificare se i servizi esistenti siano coerenti con il pensiero del dopo di noi – ribadisce la Raspino. Oltre all’aspettativa di vita è cresciuta anche la qualità della vita delle persone disabili, pertanto sono cambiate le esigenze cui fare fronte.
Assenza di keys manager, parcellizzazione dei servizi, instabilità dei riferimenti per le persone coinvolte, scadenze di  appalti sono tematiche aperte che andranno affrontante insieme per affinare metodi di affidamento dei servizi ad esempio con forme di accreditamento che vadano oltre ai tecnicismi operativi e che favoriscano tempi di esecuzione coerenti con le necessità delle persone e spazi di  co-programmazione.
Giancarlo Civiero ricorda che la Fondazione Comunitaria della Valle d’Aosta ha sempre avuto come finalità statutaria l’attenzione alla disabilità.
La fondazione ama definirsi un ponte tra chi ha le risorse e chi ha delle idee per il bene della collettività.  Una delle azioni della Fondazione è la sensibilizzazione delle persone con ampia dotazione patrimoniale, ma senza eredi, a destinarne parte al sostegno di situazioni socialmente fragili.
Vorremmo essere come coloro che si fermano praticamente accanto a chi ha bisogno, non solo attenti alle teorie.
Alcune riflessioni dell’assemblea ed una domanda diretta sul tema lavoro e disabilità, portano l’assessore Bertschy alla proposta di aprire un confronto ad hoc.
Non poteva esserci saluto più gradito del video messaggio di Mirko con la condivisione del suo sogno: fare felici gli altri!

Uno speciale ringraziamento ai nostri partner